Il Goldoni perduto 1/39 (Ztracený Goldoni, 2009)
Guido Davico Bonino. Seriál pořadů o 39 méně známých divadelních hrách Carla Goldoniho. Zvuk Aldo Farina. Asistent režie Carlo Verniano. Produkce Mariagrazia Panighini. Režie Marco Parodi.
Uvádí a komentuje Guido Davico Bonino.
Účinkují Eros Pagni, Oreste Vizzini, Tiziana Bagatella, Roberto Arconero, Nicoletta Bertorelli, Valeriana Gialli, Claudio Parachinetto, Santo Versace, Gloria Ferrero, Angela Parodi, Sergio Troiano, Germana Pasquaero, Paola Bigatto, Anna Caravaggi, Giorgio Bonino, Felice Andreasi, Toni Barti, Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Gianna Giachetti, Daniele Grigio, Michela Martini, Alberto Ricca, Mario Valgoi.
Nastudovala stanice Torino della RAI. Premiéra říjen 2009 (RAI Radio 3; 15:08 hod.)
Pozn.: IL GOLDONI PERDUTO nel 1993 radio tre, in occasione dei 200 anni dalla morte di carlo goldoni, programmo una serie di trasmissioni sul teatro del commediografo veneziano, e in particolare su 39 commedie fra quelle meno note, condotte da Guido Davico Bonino. Le trasmissioni si articolavano in una presentazione di un’antologia di brani per ciascuna piece, con una colonna sonora costituita di passi di opere comiche dei principali rappresentanti dell’opera comica.
Il file in oggetto contiene spezzoni delle sottoindicate commedie:
01 La bancarotta
(Il mercante fallito o sia La bancarotta)
1741 – La bancarotta fu rappresentata nel carnevale del 1741 con minore successo rispetto all’Uomo di mondo e al Prodigo, alle quali si ricollega. La commedia prese lo spunto dal Pantalone mercante fallito di Tomaso Mondini, commedia in cui si rappresentava un vecchio che, dopo aver dissipato i suoi capitali, si riduceva in prigione a cantare in musica le sue disgrazie. Protagonista della commedia goldoniana e dunque il vecchio Pantalone, personaggio che non e stato ancora trasformato nell’onesto mercante delle commedie successive. Dell’antica maschera conserva infatti ancora i tratti del vecchio libertino e vizioso.
02 Il frappatore
1745 – Composta in tre settimane a Pisa nel luglio del 1745 per insistenza di Cesare d’Arbes (il Pantalone della compagnia Medebach), la commedia Il frappatore fu rappresentata a Livorno nello stesso anno con il titolo piu popolare di Tonin bella grazia. Si tratta di una commedia-farsa incentrata sulla caricatura di Sior Tonin, raggirato da Ottavio, uomo di malaffare. Scrive il Goldoni nella prefazione: «E stata la commedia fatale che mi ha nuovamente tentato per il teatro», quando l’autore aveva deciso di abbandonare le scene per esercitare la professione legale. Fu rappresentata anche a Venezia nel 1748, ma con esito non felicissimo. In origine non tutte le scene erano scritte per intero.
03 L’uomo prudente
1748 – Recitata per la prima volta a Mantova nella primavera del 1748 dalla compagnia Medebach, per la quale il Goldoni l’aveva espressamente composta, L’uomo prudente si resse inizialmente soprattutto sulla bravura di Cesare d’Arbes, un Pantalone “riformato”: non piu il vecchio vizioso, ma il nuovo simbolo della borghesia veneziana avveduta e onesta. L’intreccio e abbastanza esile: il buon Pantalone ricostituisce la famiglia che si sta sfasciando per colpa dei costumi del tempo. La commedia per il messaggio morale che conteneva godette di un discreto successo, e una volta stampata (1750) fu tradotta in tedesco, spagnolo e portoghese.
04 Il cavaliere e la dama
1749 – Con Il cavaliere e la dama, commedia di ispirazione edificante rappresentata per la prima volta a Verona nell’estate del 1749 e successivamente a Venezia, il Goldoni rivolge la sua attenzione al ceto nobiliare, mettendone allo scoperto i cedimenti e facendo risaltare per contrasto le virtu di donna Eleonora (la dama) e di don Rodrigo (il cavaliere). Il carattere larmoyant della commedia viene attenuato dalla presenza di un tema comico di sicuro divertimento: la satira del cicisbeismo. Il Goldoni sottopose il testo, dalla stesura originale a quella definitiva, a una complessa rielaborazione.
05 La finta ammalata
1751 – Presentata con successo durante il carnevale del 1751 con il titolo Lo speziale, o sia la finta ammalata, questa commedia si confronta con il tema comico del malato immaginario, ricorrente nella tradizione teatrale. Come dichiara l’autore stesso nella Prefazione, lo spunto originario fu a lui fornito da L’amour médecin di Moliere. Ben disegnato il personaggio di Rosaura, che si finge ammalata per amore, e dello speziale Agapito, il vero protagonista della commedia. Da La finta ammalata il Goldoni ricavo un dramma giocoso che fu musicato nel 1768 da F. J. Haydn.
06 Il Moliére
1751 – Fu la prima commedia realizzata dal Goldoni dopo la grande fatica delle sedici commedie. Allestita per il pubblico torinese, scarsamente interessato alla novita della riforma goldoniana, influenzato piuttosto dal teatro francese, venne applaudita la sera del suo debutto al teatro Carignano il 28 agosto 1751. La materia deriva dalla Vita di Moliere del Grimarest e dal Tartufo di Moliere. Ma la vera novita della commedia consiste nel fatto che e la prima del Goldoni a essere scritta in versi martelliani. Oggi, come accade per le altre commedie “storiche” di Goldoni, troviamo in questo lavoro scarsi motivi di interesse.
07 Il tutore
1752 – Questa commedia fu rappresentata durante il carnevale del 1752. Contravvenendo alle convenzioni della tradizione teatrale che faceva del tutore un personaggio avido ed egoista, il Goldoni porta sulle scene un tutore onesto e accorto, rappresentandolo nel personaggio di Pantalone. La commedia ha goduto di un discreto successo fino ai primi decenni dell’Ottocento; in seguito non e piu stata oggetto di attenzioni particolari.
08 Il feudatario
1752 – Commedia che ebbe molto successo di pubblico, non solo in Italia, ma anche in Austria e in Germania. Rappresentata nel corso del carnevale del 1752, e ambientata nel feudo di Montefosco (nella realta Sanguineto nel veronese). L’azione scenica e incentrata sulla protesta dei tre deputati di Montefosco contro le pretese del nuovo marchese Florindo, feudatario del luogo. Goldoni mette in scena per la prima volta della gente di campagna.
09 I mercatanti
1752 – La commedia, in origine intitolata I due Pantaloni, fu scritta nel 1753 per l’attore Antonio Mattiuzzi, detto il Collalto, che fu chiamato a sostenere contemporanemente due ruoli, quello del padre e quello del figlio. Il vecchio Pantalone e ormai sull’orlo del fallimento a causa dei vizi del figlio, quando viene salvato da un mercante olandese. Con questa commedia il Goldoni intese offrire un modello positivo di esercizio della mercatura. Quando il Goldoni diede alle stampe la commedia, elimino il dialetto e le maschere; in questa nuova veste, e specialmente per l’esaltazione delle virtu borghesi che essa contiene, fu tradotta in varie lingue.
10 La donna vendicativa
1752 – Con questa commedia il Goldoni si congeda dal teatro Sant’Angelo e dalla compagnia di Girolamo Medebach, dopo cinque anni di intensa e ininterrotta collaborazione, per legarsi al teatro San Luca. La donna vendicativa e uno scherzo di Goldoni alla bravissima attrice Teodora Marliani-Raffi, per cui egli aveva creato i personaggi femminili di tante sue commedie, e che ora viene rappresentata sulla scena animata da spirito di vendetta per il tradimento subito. Il testo fu consegnato, secondo gli impegni, per il carnevale del 1752, ma il Medebach lo porto sulla scena la prima sera dell’autunno seguente.
11 Torquato Tasso
1755 – Con questa commedia, che inauguro il carnevale del 1755 al teatro di San Luca, il Goldoni cedeva ancora una volta, dopo il Moliere e il Terenzio, alla moda delle commedie storiche in versi. Per la materia, del tutto leggendaria, il Goldoni, come scrive anche nella Prefazione, attinse al Grand dictionaire historique del Moréri (1674). L’intreccio della commedia ha origine dall’equivoco sul nome di Eleonora, che era quello della donna amata dal Tasso e di altre tre donne della corte del Duca di Ferrara, citta dove e ambientata la scena. La commedia piacque al pubblico e fu ripresa anche nel corso dell’Ottocento.
12 I malcontenti
1755 – Con I malcontenti, commedia in tre atti pronta fin dall’aprile del 1755 e rappresentata una sola volta a Verona durante l’estate, il Goldoni torna alla prosa dopo la lunga parentesi delle commedie in versi martelliani, a cui era stato obbligato dalla moda imposta dall’abate Chiari. La commedia, che precorre il tema che l’autore affrontera nelle Smanie per la villeggiatura, fu accolta piuttosto freddamente dal pubblico veronese: a Venezia, dove la commedia avrebbe dovuto recitarsi, la rappresentazione era stata impedita dalla censura, con l’intento di stroncare la disputa troppo accesa tra i seguaci di Goldoni e quelli di Chiari.
13 La villeggiatura
1756 – Il tema squisitamente settecentesco della villeggiatura, assai caro al Goldoni che lo aveva gia affrontato nei Malcontenti (la cui recita era stata pero proibita a Venezia), viene riproposto in questa commedia rappresentata con discreto successo durante il carnevale del 1756. Bisognera pero attendere la famosa trilogia per avere sull’argomento delle commedie degne della migliore arte goldoniana. Nella Villeggiatura l’autore si sofferma a rappresentarci le “avventure” degli ospiti della casa di campagna di don Gasparo e l’intera commedia e giocata sul contrasto di carattere tra i diversi personaggi, in particolare tra donna Lavinia, costante e fedele, e Florida, piu leggera e volubile.
14 Il raggiratore
1756 – Rappresentata durante il carnevale del 1756 al teatro San Luca di Venezia, Il raggiratore, commedia di tre atti in prosa, costitui un fiasco clamoroso, anche se portata in seguito a Milano, Roma e Firenze ottenne migliore fortuna. Le circostanze dell’insuccesso (sconcertante per il Goldoni, dopo il successo della tragicommedia di argomento orientale L’Ircana in Julfa) sono oggetto delle riflessioni dell’autore nella Prefazione. La commedia offre alcuni momenti di autentica comicita, ma nell’insieme l’azione risulta slegata. Il protagonista e il finto conte Nestore, in realta un contadino, il quale riesce a raggirare il nobile ma spiantato Don Eraclio.
15 L’amante di sé medesimo
16 Il medico olandese
1756 – Rappresentata prima a Milano nell’estate del 1756 e solo in seguito a Venezia, Il medico olandese, commedia in versi martelliani, diverti il pubblico e piacque alla critica. La scena e a Leida, in Olanda, nella casa di monsieur Bainer, medico di professione, il quale oppone la sua onesta intellettuale e morale alla falsa scienza perseguita da quattro accademici suoi antagonisti. Una parte di rilievo viene affidata al personaggio della nipote del medico, madama Marianna, attraverso il quale l’autore inserisce il motivo tutto settecentesco della buona educazione delle fanciulle.
17 La donna sola
1757 – La donna sola e una commedia in versi martelliani, rappresentata per la prima volta a Venezia nel carnevale del 1757 senza incontrare un grande successo. La vicenda, ambientata a Milano, ha per protagonista donna Berenice, una vedova che, pur avendo numerosi cavalier serventi che la lusingano, finisce per essere piantata da tutti nel momento in cui le sarebbe piu necessario un consiglio o un appoggio. L’invenzione scenica ha una certa originalita nel fatto che un unico personaggio femminile e circondato da ben sei personaggi maschili.
18 Il cavaliere di spirito
(Il cavaliere di spirito o sia La donna di testa debole)
1757 – Il Goldoni scrisse Il cavaliere di spirito o sia La donna di testa debole per la compagnia del marchese Francesco Albergati: la commedia, in versi martelliani, fu recitata nella villa di Zola, presso Bologna, nell’estate del 1757, poi torno piu volte sulla scena a Bologna e a Modena, sempre recitata da dilettanti. Al San Luca di Venezia approdo nel carnevale del 1764. L’azione teatrale ruota intorno al personaggio di donna Florida, la cui fedelta al promesso sposo che la guerra ha portato lontano vacilla per la presenza del conte Roberto. Lo spunto per la commedia fu fornito al Goldoni da un racconto di Marmontel dal titolo Lo scrupolo o l’amore malcontento stampato nel 1756 nel «Mercurio di Francia».
19 Lo spirito di contraddizione
1758 – La commedia, in versi martelliani, fu rappresentata per la prima volta a Venezia nel carnevale del 1758. La vicenda e incentrata sul personaggio di donna Dorotea, la quale ha l’ossessione di voler contraddire perché convinta di essere costantemente contraddetta. Sara merito del conte Alessandro, un perfetto “uomo di mondo”, se la donna guarira dalla malattia che la portava ad apparire insopportabilmente puntigliosa. Bisogna credere al Goldoni quando dichiara che al tempo della composizione della commedia non conosceva affatto l’Esprit de contradiction (1700) del Dusfreny, uno scherzo comico di un solo atto che egli avrebbe visto solo piu tardi rappresentato a Parigi. La commedia godette del favore del pubblico e della critica, e fu portata diverse volte sulla scena nel corso dell’Ottocento.
20 Le morbinose
1758 – Il titolo Le morbinose (in dialetto veneziano „morbinoso“ significa ‚allegro, scherzoso’) allude alla lieta intraprendenza della giovane Marinetta, che in tempo di carnevale, con l’aiuto della fida cameriera Tonina, intenta uno scherzo a un simpatico e benestante milanese, il conte Ferdinando, fingendosi innamorata di lui. Lo scherzo riesce, ma Marinetta finisce per innamorarsi per davvero. La commedia in versi dialettali e molto piacevole, specialmente nei primi due atti; i personaggi sono ben delineati, e la spiritosa Marinetta e una delle figure femminili piu vive e convincenti del teatro goldoniano. Le morbinose, recitata negli ultimi giorni di carnevale del 1758, ebbe un’accoglienza molto calorosa e la sua fortuna continuo anche in seguito.
21 L’apatista
(L’apatista o sia L’indifferente)
1758 – Questa commedia, come L’avaro e Il cavaliere di spirito, fu composta dal Goldoni per il teatro del marchese Francesco Albergati e rappresentata nella villa di Zola nell’estate del 1758. Essendo ideata esclusivamente per un teatro di dilettanti, presenta pochi personaggi. L’azione scenica muove intorno alla difficile scelta della contessina Lavinia, alle prese con tre corteggiatori di indole diversissima: lo smargiasso capitan Giacinto, il filosofo apatista cavaliere Ansaldo e l’appassionato amante don Paolino, destinato ad avere la meglio sugli altri due pretendenti.
22 La donna bizzarra
1758 – Scrive il Goldoni nella Prefazione alla Donna bizzarra che nel 1758, pressato dagli impegni, per non deludere le aspettative del marchese Francesco Albergati, il quale attendeva con ansia una nuova commedia per il suo teatro di Zola, fu costretto ad adattare una commedia gia rappresentata, La donna stravagante del 1756. A giustificare il titolo della commedia e il personaggio della protagonista, la vedova contessa Ermelinda, alle prese con ben quattro corteggiatori, nessuno dei quali tuttavia corrispondera alle sue esigenze. Dell’adattamento nessuno si accorse e la commedia godra nel corso dell’Ottocento di una certa fortuna.
23 La donna forte
1758 – Il titolo con cui questa commedia in versi martelliani debutto sulle scene nell’autunno del 1758 al San Luca di Venezia fu La sposa fedele. Il Goldoni nella prefazione accenna alle difficolta incontrate dalla commedia nella sua veste originaria, giudicata moralmente sconveniente dalla censura veneziana, che ne proibi la rappresentazione perché un rappresentante della nobilta, gia sposato, non poteva tentare una donna onorata con promesse di matrimonio e poi addirittura cercare di far uccidere il rivale. L’autore fu costretto a cambiare il titolo e a rivedere l’intreccio. L’esito della commedia, cosi modificata, non fu felice e Goldoni attribui la ragione di cio alla forzata revisione. La commedia fu invece stampata nella sua forma originale.
24 I morbinosi
1759 – A un anno esatto dalle Morbinose (in dialetto veneziano „morbinoso“ significa ‚allegro, scherzoso’), il Goldoni scrisse nel 1759, per le ultime sere di carnevale, I morbinosi, commedia in versi dialettali, con la quale il commediografo, in partenza per Roma, prende temporaneo congedo dal teatro San Luca. Si tratta di un’azione scenica corale, ma a differenza della commedia gemella non fece presa sul pubblico. Il Goldoni attribui il cattivo esito della rappresentazione alla sua assenza.
25 La scuola di ballo
1759 – Scritta dal Goldoni in occasione del suo rientro a Venezia dopo la parentesi romana del 1759, La scuola di ballo e una commedia in terzine. L’esperimento che dovette costare non poca fatica all’autore, data la scarsa dimestichezza con il metro della terzina, doveva secondo le sue intenzioni, riconquistare il pubblico veneziano del teatro San Luca, che durante l’assenza del commediografo aveva chiuso le recite con gravi perdite. Tuttavia la commedia, nonostante il tema alla moda, non ottenne i risultati sperati, mentre il concorrente teatro San Samuele portava in trionfo Bartolomeo Sacchi con i suoi lazzi di Arlecchino.
26 Pamela maritata
1760 – La Pamela maritata e la continuazione della Pamela, la fortunata commedia che il Goldoni aveva ricavato nel 1750 dal romanzo epistolare di S. Richardson Pamela, or Virtue Rewarded (1741). Quella goldoniana non e la sola continuazione della Pamela: gia l’abate Chiari a Venezia e il Cerlone a Napoli si erano impadroniti della vicenda per modificarne il finale. Rispetto alle fantasiose invenzioni di questi ultimi, il Goldoni si limita a rendere Milord Bonfil geloso della giovane sposa. L’elemento larmoyant, gia presente nella prima commedia, risulta qui ancora piu accentuato. Il pubblico del teatro Capranica di Roma, dove la Pamela maritata debutto nel carnevale del 1760, sembro gradire il lavoro, forse per la popolarita della storia. La commedia conobbe diverse traduzioni: in Germania, in Spagna e anche in Francia. Il Goldoni dedico la Pamela maritata a Voltaire.
27 La guerra
1760 – La guerra, rappresentata nel carnevale del 1760 al pubblico del teatro San Luca, ha per il tema trattato due antecedenti nel teatro goldoniano: l’Amante militare (1744) e l’Impostore (1754). L’invenzione di Goldoni muove verso due direzioni: l’esaltazione dei caratteri militari virtuosi (vedi il profilo morale dei due comandanti don Egidio e don Sigismondo) e alcune caratterizzazioni di personaggi, come donna Florida, il cui cuore e diviso tra il sentimento per il soldato don Faustino assediante e l’amore per il padre comandante della fortezza assediata, o don Palidoro, un profittatore per il quale la guerra e un affare vantaggioso.
28 Un curioso accidente
1760 – Il destino della commedia in prosa Un curioso accidente e singolare: non ha goduto di particolare successo sulle scene (la prima veneziana avvenne nell’ottobre del 1760), eppure, dopo Il servitore di due padroni e La locandiera, e quella che ha avuto il maggior numero di traduzioni. Goldoni dichiaro che la vicenda era stata tratta da un fatto realmente accaduto in una citta olandese, dove un ricco mercante (sulla scena, Filiberto) era stato indotto a commettere un’azione indegna a causa di un’antica ruggine con un finanziere (don Riccardo).
29 La donna di maneggio
1760 – Commedia di tre atti in prosa, scritta dal Goldoni fra due capolavori (I rusteghi e La casa nova), non incontro il favore del pubblico del San Luca quando fu recitata nell’autunno del 1760, ma non manco di ritornare sulle scene nel XIX secolo e avere traduzioni in tedesco e in portoghese. Dedicata alla signora Du Boccage (1710-1802), che il commediografo conobbe in occasione del suo viaggio in Italia nel 1757, La donna di maneggio ha come protagonista donna Giulia, una donna di autorita che, come spiega il Goldoni nella lettera di dedica, ha conoscenze e buone amicizie, e fa valere il suo credito per ottenere favori per le persone che ama o protegge. L’azione si svolge a Napoli.
30 La buona madre
1761 – La buona madre, commedia veneziana di tre atti in prosa, fu recitata la prima volta durante il carnevale del 1761, e riscosse un successo che sembro soddisfare l’autore, secondo quanto egli stesso dichiara nella prefazione. Apprezzata anche da Gasparo Gozzi nella «Gazzetta veneta» del 31 gennaio 1761, La buona madre affronta un tema morale caro sia al teatro goldoniano sia al pubblico settecentesco: le qualita della buona madre.
31 La scozzese
1761 – La scozzese, commedia in prosa ideata dal Goldoni dopo la trilogia della villeggiatura, fu in realta recitata dopo Le avventure, e prima del Ritorno, la sera del 3 novembre del 1761 con notevole consenso di pubblico, tanto da venir replicata per quattordici sere ed essere ripresa sempre con lo stesso successo nelle stagioni seguenti. La commedia, come dichiara l’autore nella prefazione, e ricavata dall‘ Ecossaise di Voltaire, che aveva gia trionfato nei teatri parigini l’anno precedente. L’azione scenica, ambientata a Londra, si svolge all’interno della sala da caffe di un albergo di proprieta di Fabrizio, dove tra gli altri alloggia la giovane e sconosciuta Lindana, che attira con la sua riservatezza e il suo comportamento virtuoso l’attenzione degli ospiti, in particolare di Milord Murrai, responsabile indiretto dell’esilio dalla natia Scozia di Lindana e della sua separazione dal padre, il conte di Sterlingh.
32 Il compatriotto
(Il compatriotto o sia Il buon compatriotto)
1762 – Recitata soltanto per due sere durante il carnevale del 1762, Il buon compatriotto, commedia di tre atti in prosa, vede il Goldoni ritornare alle maschere dopo quasi dieci anni di loro abbandono. Non e da escludere che la ripresa delle maschere sia da mettere in relazione con la necessita di misurarsi nuovamente con il vecchio teatro, ora che stava per lasciare Venezia per Parigi, dove l’autore avrebbe dovuto assecondare i gusti di un pubblico che voleva veder rappresentati proprio i personaggi dei vecchi canovacci. E tra i personaggi della commedia ricorrono appunto Pantalone, il dottor Balanzone, Traccagnino e Brighella. Il soggetto e costruito sulla leggerezza di Ridolfo, che si impegna con tre donne diverse, e che riesce a venir fuori dalla situazione imbarazzante in cui si era cacciato allontanandosi dalla citta.
33 L’osteria della posta
1762 – L’osteria della posta e un atto unico scritto dal Goldoni in pochi giorni a Venezia nel marzo del 1762, alla vigilia della sua partenza per la Francia, per non deludere le aspettative del marchese Francesco Albergati, suo amico e generoso protettore. Per il teatro privato dell’Albergati il Goldoni aveva ideato negli anni precedenti L’avaro, Il cavaliere di spirito e La donna bizzarra. La scena si svolge nella sala di un albergo di Vercelli, l’osteria della posta, dove sostano dei viaggiatori per passare la notte. La trama e piuttosto esile e ha al suo centro i personaggi della contessa Beatrice e del marchese Leonardo.
34 L’amor paterno
(L’amore paterno o sia La serva riconoscente)
1763 – L’amore paterno o sia La serva riconoscente fu recitata per la prima volta a Parigi la sera del 4 febbraio 1763 (benché fosse gia pronta dal dicembre dell’anno precedente) e fu replicata per cinque sere. Non le mancarono gli applausi del pubblico, volti soprattutto a premiare la bravura degli attori. Nei primi mesi del suo nuovo soggiorno parigino, il Goldoni si muoveva ancora incerto tra teatro delle maschere (non va dimenticato che proprio per soccorrere la Comédie Italienne l’autore era giunto in Francia) e desiderio di cimentarsi in commedie del tipo di quelle che aveva imposto a Venezia. L’amore paterno o sia la serva riconoscente e catalogabile tra le commedie virtuose: Pantalone si trova a Parigi con le due figlie Clarice e Angelica, dove e costretto a vivere in poverta, non potendo usufruire dell’eredita lasciatagli dal fratello; soltanto un matrimonio economicamente vantaggioso potrebbe risollevare la situazione, ma questa soluzione viene ritenuta sconveniente dal buon Pantalone. Alla fine le giuste nozze di Clarice e Angelica con Celio e Silvio metteranno per il meglio le cose.
35 Il matrimonio per concorso
1763 – Commedia scritta nel giugno del 1763 a Parigi, che venne poi fatta recapitare al Vendramin per il teatro San Luca di Venezia, dove venne recitata nel novembre dello stesso anno con grande successo. La commedia e ambientata a Parigi nella locanda di proprieta del signor Filippo; qui tra gli altri ospiti alloggiano la giovane Lisetta con il padre Pandolfo, il quale, dopo un passato umile, ha fatto fortuna come mercante e ora vuole che la figlia vada in sposa a una persona degna della sua condizione. Per ottenere lo scopo ha l’idea di pubblicare l’avviso di matrimonio in un giornale: da qui ha origine il titolo della commedia e tutti gli equivoci che la contraddistinguono.
36 Le inquietudini di Zelinda
1763 – Le inquietudini di Zelinda e la commedia che fa da seguito a La gelosia di Lindoro ed e la trasposizione per il teatro veneziano del terzo scenario dedicato da Goldoni alle avventure di Arlecchino e Camilla, conclusivo del trittico che rappresenta il maggiore successo del commediografo veneziano in Francia. Come al solito l’autore, passando dallo scenario alla commedia regolare, sostitui le maschere con i caratteri. Il testo giunse nelle mani del Vendramin nel dicembre del 1764 (lo scenario era stato recitato a Parigi nel dicembre del 1763) e la commedia venne recitata nel gennaio del 1765 con scarsissimo successo.
37 Gli amanti timidi
(Gli amanti timidi o sia L’imbroglio de‘ due ritratti)
1764 – Gli amanti timidi e la commedia che il Goldoni ricavo dallo scenario francese Le portrait d’Arlequin, recitato a Parigi con successo il 7 agosto 1764. Il testo giunse a Venezia nel novembre successivo e fu recitato nell’indifferenza generale la sera del 25 gennaio 1765. La commedia si regge sul gioco degli equivoci ed e sostanzialmente una farsa spiritosa in cui l’autore seppe conservare molto dello spirito della commedia dell’arte.
38 Il genio buono e il genio cattivo
1768 – Commedia-fiaba scritta dal Goldoni a Parigi per il teatro veneziano, per vendicarsi dello scarso favore che il pubblico aveva tributato alla trilogia di Zelinda e Lindoro. Il genio buono e il genio cattivo fu un grande successo, superiore non solo a quello dei suoi capolavori, ma anche alle Fiabe del Gozzi, l’avversario sul cui terreno ora Goldoni si misurava. Fu rappresentata a Venezia durante il carnevale del 1768, ed e divisa in cinque atti. L’autore ricavo il soggetto dallo scenario francese Le bon et le mauvais Génie, che non era stato rappresentato a Parigi perché ritenuto troppo dispendioso. Il testo non venne inviato come di consueto al Vendramin, ma al capocomico Girolamo Medebach per il teatro San Giovanni Grisostomo, dove venne recitato per quasi un mese a richiesta generale.
39 L’avaro fastoso
(L’avaro fastoso o sia L’avare fastueux)
1776 – Questa commedia, del 1776, e la traduzione rimaneggiata dell’Avare fastueux, commedia scritta dal Goldoni in francese nel 1772, sulla scia del successo ottenuto dal Bourru bienfaisant, e rappresentata a Parigi con molto minor successo della precedente. La versione italiana, realizzata immediatamente dopo quella originaria, venne recitata a Venezia fra il 1776 e il 1778. Nell’Avaro fastoso viene rappresentato un personaggio ormai classico del tealtro comico, non solo francese (vedi l’Avaro di Moliere), ma anche di quello goldoniano. Qui Goldoni ha modificato il carattere dell’avaro, riconoscendo al personaggio (il conte di Casteldoro), oltre all’avarizia, un tratto di magnificenza.
Carlo Goldoni
Nacque a Venezia nel 1707. Laureatosi in legge a Padova, esercito per breve tempo la professione di avvocato a Venezia. L’incontro con il capocomico Giuseppe Imer convinse Goldoni a lavorare come autore per il teatro di San Samuele. Sono gli anni dell’apprendistato e anche delle prime commedie interamente scritte. Nel 1744, a causa dei debiti contratti dal fratello, abbandono Venezia per Pisa, dove riprese a esercitare l’avvocatura. Nel 1748 rientro a Venezia e firmo un impegno quadriennale come autore con la compagnia di Girolamo Medebach, che recitava al teatro di Sant’Angelo. Il successo incontrato suscito l’invidia dei commediografi letterati, come l’abate Chiari, che accusava Goldoni di non rispettare le regole tradizionali. Nel 1753 passa a collaborare con il teatro San Luca di Antonio Vendramin. La collaborazione duro fino al 1762, quando, anche per le polemiche contro il suo teatro accese da Carlo Gozzi, Goldoni accetto l’invito della Comédie italienne di trasferirsi a Parigi. Qui incontro fortuna alterna: costretto dal pubblico a ritornare al teatro degli scenari, poté solo occasionalmente continuare la sperimentazione avviata a Venezia. Ottenne riconoscimenti ufficiali dalla corte di Francia. Nel 1784 comincia a scrivere in francese i Mémoires, che costituiscono l’ultima sua opera. Mori a Parigi nel 1793.
Guido Davico Bonino (Torino, 1938)
e un critico letterario e critico teatrale italiano.
Insegna storia del teatro all’Universita di Torino. Collaboratore della casa editrice Einaudi (1961-1978) e stato in seguito critico teatrale per La Stampa ed anche collaboratore della RAI. Ha ricoperto tra il 1994 e il 1997 il ruolo di direttore del Teatro Stabile di Torino.
Ha curato edizioni di Machiavelli, Goldoni, Alfieri, Manzoni e altri classici. Nella Storia di Torino, IX, Gli anni della Repubblica, a cura di Nicola Tranfaglia (Torino, Einaudi 1999) ha scritto Il teatro a Torino nel Novecento .
Dirige con Roberto Alonge la Storia del Teatro moderno e contemporaneo (Torino, Einaudi 2000).
Nel 1° volume, La nascita del teatro moderno. Cinquecento-Seicento, ha scritto il capitolo I maestri del Grand Siecle: Corneille, Moliere e Racine.
Bonino e anche editore di Drama Mandragola de Niccolo Machiavelli.
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